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Il “mappazzone” è un termine dialettale bolognese che ha avuto una grande amplificazione in tutto il Paese grazie allo chef stellato Bruno Barbieri. Identifica in modo dispregiativo le portate con troppi ingredienti e con quantità eccessive che generano risultati impropri e indigesti. I “mappazzoni”, appunto. Anche in Radio ne abbiamo. E pure nelle Radio di Flusso. Non in tutte le Radio di flusso, sia chiaro. Quale è il problema? Una format Radio che diventa una emittente di flusso, integrando l’informazione e le utilità nella sua offerta, non deve dimenticare le basi.
Le durate in un flusso di format musicale
Regola #1 in una Radio di flusso. Se avete scelto la connotazione principale sulla musica, la base di riferimento è la durata media dei brani che suonate. E’ ad esempio di 3 minuti e 35 secondi? Bene, molto bene. Allora qualsiasi altro contenuto editoriale sia di conduzione che di informazione o interattività non deve superare i due terzi della durata standard dei brani della musica. Quindi non deve superare, diciamo, i 2 minuti e 30 secondi. La musica deve risultare il contenuto più presente, sempre! Con durata ben maggiore di qualsiasi altro elemento on-air.
Perché? Se avete scelto di schiacciare il bottone della musica nella vostra offerta Radiofonica avrete, spero per voi, preso una posizione sulla stessa. “Solo Le Migliori”, “Style Rock”, “70/80” o altro. E se tutto funziona (altrimenti chiamatemi) dovreste avere ascoltatori che vi cercano per la missione sulla musica che voi rappresentate. Giusto? E cosa realizziamo? Un clock con lunghe attese per il ritorno alla musica? Nooooo! Una cura maniacale deve qualificare il Clock proprio nella configurazione dei tempi sia della pubblicità che della informazione. D’accordo?
In una Radio di flusso Il GR dovrebbe essere l’elemento non musicale della durata maggiore. Non oltre i 2 minuti e 30 secondi. Gli interventi di conduzione, che molti definiscono in modo inaccettabile i “Talk” (non siamo una Talk Radio se suoniamo musica sopra a tutto), devono avere una durata massima possibilmente mai superiore a un terzo dello standard dei 3 minuti e 30 secondi. Non siete d’accordo? Fatevi una domanda. La mia Radio sta esprimendo un format musicale che attrae con forza gli ascoltatori? Se è un no, sistemate il formato e poi tornate a rileggere.
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La varietà dei contenuti di informazione e di utilità
La genialità del “mappazzone” informativo, che ovviamente viola clamorosamente la regola #1 della Radio di flusso, si riconosce dal suo grande ideatore: “Faccio tutta l’informazione e le utilità, tutte insieme all’inizio dell’ora, così poi sono libero per tutto il resto dei 60 minuti“. Amico caro, stai programmando al meglio 55 minuti o 60 minuti ogni ora? Stai cercando di trattenere sempre i tuoi ascoltatori? O forse stai cercando di allontanarli quando comincia il “mappazzone” perchè sei generoso nei confronti dei concorrenti? Ci sono altri 2 blocchi!
La soluzione ottimale non è quella rappresentata in alto, ovviamente. Il GR di 2 minuti e 30 secondi sarebbe più utile posizionarlo in un punto dove non ci siano quelli di tutto il resto della Radio in Italia. Non a inizio ora, appunto. Minuto 55? Minuto 30? Ci sono ben altri 55 minuti buoni nell’ora, non i primi 5. Grazie. E poi la viabilità e il meteo non mettiamoli in coda ai GR. Dai! A fare scalini su scalini tra sigle, passaggi e contenuti. Come se gli ascoltatori entrassero in una partita di flipper.
Abbiamo almeno 2 altri blocchi o cluster? Benissimo, miriamo alle uscite dagli stessi. Viabilità all’uscita del cluster successivo nell’ora e il meteo o altre rubriche informative all’uscita del prossimo ancora. O con altra successione. La parola flusso dovrebbe indicare la giusta via.
Regola #2. I complementi di informazione, le finestre sul mondo, mai in un unico punto. Se apriamo le finestre non una ma 3 volte all’ora non violiamo la Regola #1. Non solo. C’è più aria, più contatto col mondo. La scansione della connessione alla realtà è più assidua e avvolgente.
Facile il flusso? No, difficilissimo! Affinare il miglioramento della curva di attenzione di chi ascolta è un processo continuo. Sempre attivo.
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