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Questo non è di fatto un articolo su TER 2023 SEM 1. E’ il resoconto di come la scellerata e iper tollerata pratica fino al 18 giugno 2023 della cosiddetta “autopromozione TER” abbia distrutto i rapporti dei comparti nazionali e locali. Oltre che massacrato (termine equilibrato rispetto alla realtà) alcune Radio locali in modo devastante come documentato oltre. Sì, è un altro modo e più cruento di occuparci della “Elemosina On-Air“: richiesta spasmodica di richiedere ai propri ascoltatori la dichiarazione agli intervistatori di TER della sola stazione, ascoltata tutto il tempo.
Certamente è una pratica che ha falsato tutto il primo semestre di TER. Non si comprende poi come il suo effetto non potrebbe trascinarsi nel secondo semestre. Dal mondo della pubblicità sono giunte parole di distacco da ciò ma anche di impegno a far progredire nella metodologia la ricerca ufficiale degli ascolti Radiofonici. Le Radio nazionali nel loro complesso hanno urlato forte e a frequenza oraria. E hanno ottenuto dei vantaggi incredibili (o non credibili). Qualcuno tra i cerimonieri del dato dopato, ascrivendone a sé il merito, ha reagito stizzito ai miei articoli.
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Le martellate negli ascolti alle Radio locali in numeri chiari
Disinteressato alla permalosità, che poi è grave debolezza, dei grandi sdegnati voglio qui anche mostrare non tanto, già fatto, come le Radio nazionali si siano indebitamente avvantaggiate. Il resoconto dei danni e degli squilibri gravissimi non può che completarsi con la individuazione di chi ha pagato con riduzioni molto severe e non credibili l’arroganza sfrenata di lor signori, di coloro i quali hanno strombazzato la “Elemosina On-Air” per un semestre abbondante. C’è solo da sperare che la percezione di stupidità del mezzo Radio da chi ascolta sia peggiorata poco.
Analizziamo ora i numeri. E li vediamo nella metrica più consona all’utilizzo commerciale delle locali; gli ascoltatori nel giorno medio. Cominciamo con il selezionare tutte le Radio locali che nel 1° semestre di TER 2023 sono al di sopra dei 50.000 ascoltatori giornalieri. E’ un gruppo di 73 stazioni, tutte le top in Italia. Sono la rappresentanza più solida del comparto Radiofonico locale nei termini statistici. Quante di queste sono le stazioni che hanno guadagnato ascoltatori giornalieri? La torta delle percentuali offre un colpo d’occhio chiarissimo. Prima martellata.
La media della perdita delle emittenti locali oltre i 50.000 ascoltatori nel giorno medio che sono in decrescita è del -21,23%. Una vera e propria catastrofe collettiva. Mai successo prima d’ora. Ma scherziamo? Esempi? RADIO DELTA 1 (leader in Abruzzo), RADIO BABBOLEO (in Liguria) e le 2 emittenti Dance/Rhythmic del nord, RADIO STUDIO PIU’ e RADIO VIVA FM perdono tutte più del 35% sullo stesso semestre del 2022. Guarda caso si trovano nel panorama competitivo di grandi urlatori tra le Radio nazionali della “Elemosina On-Air”. Vittime di una ricerca falsata.
Prendiamo ora le altre 171 emittenti locali che hanno un dato confrontabile nel giorno medio con quello dello stesso semestre dell’anno scorso. E che hanno meno di 50.000 ascoltatori, le più piccole. La quota delle stazioni che decrescono è di poco superiore a quella delle emittenti oltre i 50.000 (dal 66% al 67%). E comunque non è affatto una buona notizia. Ma la media delle perdite è ben più disastrosa. Il dato medio di decrescita del secondo gruppo delle Radio locali, quelle al di sotto dei 50.000 ascoltatori, è del 40,08%. Un dato che lascia alquanto sgomenti.
La morale della Elemosina On-Air: più piccolo, più martellato!
La tracotanza dei grandi, che hanno invocato la dichiarazione di ascolto esclusivo e prolungato per tutta la giornata, ha depredato il tessuto della Radiofonia locale toccando severamente le emittenti al di sopra dei 50.000 ascoltatori ma quasi distruggendo quelle più piccole. Mai più!
Fatti incredibili. Il presidente di TER che ha responsabilità totali sulla vicenda non ha nemmeno pensato di offrire le sue dimissioni. Le associazioni delle Radio locali sfiorano solo l’argomento rimandando a riflessioni più approfondite e a chissà quando. Veramente pazzesco. Cambiare!
Photo Credit: iStock.com/Martello
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Le considerazioni di Claudio Astorri sono semplici, dirette, concrete e drammatiche..
Senza essere troppo filosofici o nostalgici dei bei tempi che furono (sono un anziano, dato che la mia prima trasmissione è infatti del 21 Giugno 1976 dalle frequenze di Radio Sondrio), ritengo che anche la cosiddetta “autopromozione TER” non debba scandalizzare più di tanto, perché è semplicemente il nuovo tassello di una lunga strategia che vuole ridurre ai minimi termini l’emittenza locale, intendendo ovviamente quella sotto i 50 mila ascoltatori.
Capisco bene le difficoltà dei piccoli editori a sopravvivere (pagando le bollette delle utenze), ma vedo anche troppe piccole emittenti che continuano ad imitare (nei palinsesti e nelle scelte artistiche) i grossi network: non è questa la strada per essere originali e costruirsi un futuro con qualche soddisfazione!