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Sulla Radiofonia locale siamo tutti o quasi enfatici. “Le Radio locali servono i territori”. “E’ il comparto che fa da laboratorio per i grandi talenti”. “La Radiofonia locale è il riferimento tra tutti i media per le informazioni locali”. “Le Radio locali operano nella prossimità e sono vincenti anche nella organizzazione degli eventi”. E tante altre affermazioni ancora. Però c’è qualcosa che non torna. I segni di staticità e di difficoltà si susseguono. In base a un recente approfondimento di AERANTI, le società di capitale con MOL positivo sono solo il 30%.
Tra punti di forza e di debolezza, il comparto locale deve reagire molto rapidamente qualora ambisse a mantenere e/o ad estendere una funzione primaria nei territori provinciali o anche regionali. Alcune opportunità sono ancora da cogliere completamente ma i pericoli sono lì a insidiare il percorso quasi cinquantennale delle Radio locali. Forse vale la pena di riflettere; il tempo per trasformare le belle parole sulla Radiofonia locale in fatti sta per scadere. E ora qui vi presento alcune opportunità e altri pericoli in estrema sintesi da applicare localmente.
Opportunità #1 – Il fulcro degli investimenti locali
Ne scrivo dal 2017. Anche qui, sempre sul mio blog astorri.it. La Radio ha la potenzialità di presentarsi alla utenza pubblicitaria locale come il fulcro degli investimenti in una data area del territorio. E’ il media migliore, proprio la Radio, rispetto ai quotidiani, alle televisioni, e ad altri mezzi pure digitali. Deve pensarsi non solo come emittente o gruppo di stazioni ma anche come fosse pure un “collettore”. Una sorta di grande agenzia “Radio Based”. Che sia capace di acquisire mandati di altri mezzi pubblicitari intorno a sé, a rafforzare le coperture.
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Opportunità #2 – La Radio nella sua funzione informativa
Quotidiani e televisioni locali in crisi. Vacillano i mezzi concorrenti che offrono contenuti di news e sport. Ma se devo cercare una emittente Radiofonica che a Milano, come del resto in tutti i capoluoghi, mi informi su cosa accada in città, non trovo nulla. Dico nulla. Eppure la domanda c’è. Una domanda di informazione locale specie per chi è attivo nei vari momenti della giornata in cui la Radio assai magicamente accompagna le persone senza interrompere le loro attività. Ma anche per approfondimenti talk e sport, ora alquanto circoscritti a Roma.
Pericolo #1 – Lo scarso orientamento al marketing
Gli editori locali si occupano di tecnica, con reti di trasmissione FM, DAB, DTT e WEB in qualche modo competitive anche rispetto alla presenza di gruppi nazionali nei loro territori. Creano anche dei format se non delle reti di programmi che cercano di impattare l’audience nel modo migliore possibile. Spesso applicandosi anche maniacalmente al perfezionamento. Quando però si tratta di occuparsi della rete commerciale, agenti e agenzie, purtroppo vanno in evaporazione. Spesso inconsistenti. E cadono proprio lì. Il peggior nemico? E’… sé stessi.
Pericolo #2 – Radio Mediaset
In chiave di “way out” e di cessione dei propri asset, quella di Radio Mediaset può essere la opportunità della vita più che un pericolo. Ciò riguarda solo gli editori di grandi coperture e di grandi ascolti interregionali. Dopo Radio Subasio e un reale controllo di Radio Norba, si hanno notizie di interessamenti ad acquisizioni secondo le modalità di legge, il cui confine era chiarissimo prima della cessione della rete dei Settimi, anche di gruppi magari già nella concessione pubblicitaria ma pure di altri. La fascia più alta della Radio locale cambierà?
Photo Credit: iStock.com/wildpixel
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caro Claudio,
tocchi fili scoperti. Spesso la radio locale, come tu affermi, potrebbe risultare vincente se solo si guardasse intorno e calibrasse contenuti, ma soprattutto offerte più ampie nel campo della pubblicità nella funzione da te indicata di “collettore”. Il problema grosso che io riscontro è che la radiofonia locale risulta altamente variegata, spesso rimasta in vita per pura passione. Abbiamo tutti i capelli bianchi ma ancora grande emozione. Abbiamo formato professionalità che ora hanno fatto della radio il loro lavoro e la loro vita…e questo rimane un fattore che ci rende felicissimi. Per il futuro non so. Ci è difficile fare entrare in radio ragazzi giovani perché devi contrattualizzarli e quindi la funzione di incubatrice di talenti che un tempo faceva della radio una ricchezza ci è negata. Buon cammino e grazie per le tue parole molto utili.